LE DUE VERITÀ

René Magritte, "La décalcomanie"
Le due Verità 
Quante volte, traducendo dal greco, imbattendoci nel sostantivo Aletheia,  l'abbiamo tradotto con “verità“? E quante volte, alle prese con un testo latino, abbiamo reso Veritas con lo stesso termine?

In realtà,  Aletheia e Veritas indicano due forme di verità del tutto diverse; a darci delle indicazioni è l'etimo delle due parole.
Aletheia ha infatti la stessa radice di Lanthano, che vuol dire “nascondere” , “coprire”, preceduta dall'alfa privativa: dunque aletheia equivale a  “svelare” , è  ciò che è senza nascondimento. Dunque la verità a cui aletheia fa riferimento è frutto di uno 
s-velamento effettuato dalla ragione , dal giudizio critico, dal logos
Veritas, invece, deriva dallo slavo (in russo “Vara” significa “Fede”) e indica la verità a cui si arriva per fede, senza dimostrazione: non è  un caso se le fedi nuziali si chiamino anche “vere”.
Due verità,  dunque: quelle di cui parlava il filosofo arabo del XII sec. Averroè,  e che furono avversate e condannate severamente dai pensatori cristiani, per i quali la Verità è Una. Ma Averroè  si può  ricondurre  a questa sottile distinzione fra una verità di fatto, ciò che si può assumere come vero senza riflessione critica, per fede, e una verità di ragione, conquistata attraverso il giudizio, il saper pensare. 

Commenti

Unknown ha detto…
grazie Prof per questo affascinante blog ri-velatore!
Eleonora Iorio ha detto…
😊 grazie a te per l'attenzione!