Qualche riflessione a margine

Leggendo il bell’intervento di Ivano Dionigi sul Corriere della Sera mi vengono in mente tante cose: la prima è che pur rivolgendosi agli studenti offre in realtà ottimi spunti alle programmazioni didattiche degli insegnanti,  particolarmente  di quelli del primo biennio: puntare alla conoscenza della  cultura del mondo antico  e non esclusivamente allo studio delle  lingue ;  lavorare sulle parole: non parole “vuote” ma portatrici di civiltà, di cultura, innegabilmente diverse dalla nostre ma che ancora ci riguardano e molto;
avvicinare i giovani allo studio dei classici anche alla luce delle sfide  e delle urgenze del nostro tempo (penso alla globalizzazione, alla cittadinanza, al confronto con culture “altre” , tutti temi con i quali siamo chiamati quotidianamente a confrontarci e su cui gli Antichi hanno molto da dirci)  in una prospettiva comparatistica; cogliere non agli aspetti anacronisticamente valoriali dell’Antico ma muoversi in una dimensione “ politica” e “sentimentale”, di ri-costruzione del senso della comunità –quella  vera, non virtuale-  e di scoperta e consapevolezza della dimensione interiore, forse il migliore antidoto al “disagio”.
La seconda considerazione  è quanto sia importante, per una buona riuscita del loro percorso liceale, orientare accogliere i nuovi studenti, che per me significa soprattutto significa motivare allo studio dell’Antico, offrendo  prospettive di senso, più che mai necessarie a ragazzi che diversamente dalle generazioni precedenti, non solo non hanno alle spalle uno studio linguistico metodico,  approfondito, ma  non hanno neppure studiato la Storia antica, o familiarizzato con la straordinaria ricchezza del mito classico.
Difficile pensare che possano riuscire bene nella  comprensione e nell’interpretazione dei classici  in assenza di questo retroterra, nel vuoto di nozioni, anche approssimative, di civiltà.
Penso, quindi, che in questa fase iniziale dell’anno scolastico più che lanciarsi  subito nello studio delle lingue si debba pensare, nel Dipartimento disciplinare e nei Consigli di classe , a costruire moduli specifici con la finalità di iniziare a costruire un immaginario in cui coordinate e prospettive vadano a intrecciarsi , così da sostanziare la motivazione,  dare senso allo studio delle lingue antiche, con l’effetto anche di rassicurare i ragazzi e le loro famiglie sulla bontà della scelta effettuata, infondendo fiducia e serenità.



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