DEBATE!



  • Qualche post fa ho espresso l'intenzione di sperimentare con una delle mie classi la metodologia Debate. Detto. Fatto. Eccone la NarrAzione.
PERCHÉ il DEBATE
La classe coinvolta in un’esperienza didattica secondo la metodologia Debate è una classe seconda  di primo biennio del liceo classico in cui insegno; si tratta di una  classe vivace, disponibile all'apprendimento, con studenti dalla personalità particolarmente esuberante ed altri piuttosto timidi;  molti hanno bisogno di essere  più accurati nell'argomentazione, più corretti e efficaci nell'espressione.
La mia disciplina di insegnamento nella classe è Storia e Geografia.


La metodologia del Debate mi ha attratto perché mi sembrava adatta ai bisogni della classe, permettendo:

un più attivo  coinvolgimento e una maggiore partecipazione da parte di tutti;
l'abitudine a confrontarsi in modo documentato, secondo tempi e regole certe;
l'attenzione e la cura dell'intenzione comunicativa.

Le Competenze che ho inteso promuovere sono:

competenze trasversali, relative all'area del linguaggio;
competenze di Cittadinanza
acquisizione di life skill, per assumere, da adulti, un ruolo attivo in ogni processo decisionale.

LE FASI


In primo luogo ho scelto  e condiviso con gli studenti  gli Obiettivi:

Incrementare la capacità di argomentare, con espressione corretta e appropriata
Imparare a ricercare scegliendo e valutando le fonti
Supportare le tesi con dati
Parlare in pubblico
Sostenere il proprio documentato  punto di vista senza prevaricare sull'altro
Saper ascoltare, imparando a contenere l’impulsività che  talvolta può comportare anche l'aggressività verbale


Nella scelta del tema ho lasciato che le proposte fossero avanzate dai ragazzi, mi sono assicurata che fosse un tema “divisivo” ma non drammatico; alla fine vi è stata convergenza su un argomento extracurricolare  molto sentito dagli studenti: “La chirurgia estetica sui giovanissimi: pro o contro?” L'argomento scelto è  stato utile anche a  contestualizzare i contenuti della formazione al dibattito culturale attuale.


Un'altra fase di realizzazione è stata la formazione dei gruppi, che si sono formati spontaneamente; altrettanto spontanea è stata la scelta dei relatori (più di uno per ogni gruppo); il ruolo di ricercatore è stato assunto da ogni studente; è stato individuato il ragazzo timer, con il compito di prendere il tempo, assicurandosi che ogni  intervento non superasse i 10-15 minuti.
Avendo scelto di non avvalersi, nella fase del confronto, di supporti tecnologici, non c'è stato bisogno di alcun operatore.
Sono stati definiti:
- la struttura del confronto:  ciascun gruppo che pone domande all'altro gruppo;
- altre regole riguardo a:  tempi a disposizione (max 10-15 minuti a intervento), supporto tecnologico, uso di materiali,  tempi di realizzazione (3 settimane circa), vaglio critico delle fonti. Su quest’ultimo punto mi sono particolarmente soffermata: con l'esperienza  mi sono persuasa che i ragazzi  impegnati in una ricerca non sappiano riconoscere una “fonte” e la rete, in questo, non aiuta: i motori di ricerca eliminano il tempo storico e così un filosofo di un secolo fa diventa contemporaneo di uno sconosciuto dei nostri giorni. E ancora: quale criterio usare per approcciare l’argomento? Quello enciclopedico (Wikipedia),  il saggio monotematico  o . . . a caso? Per non dire di quanto lontano possa portare seguire i link . . .
- Il ruolo del docente: ho assunto il ruolo di moderatore, facilitatore e garante del rispetto delle regole; mi sono accertata della serietà e attendibilità delle informazioni che i ragazzi trovavano in rete, ho suggerito qualche sito a cui attingere dati e statistiche; ho curato  la configurazione del setting (metodologia, comunicazione,  relazione, strumenti)  in funzione dell’attività didattica da svolgere, costruendo un contesto d’apprendimento motivante e coinvolgente;
- Gli  spazi : questo aspetto ha rappresentato una criticità, in quanto la nostra scuola non è ancora dotata di ambienti e strumenti che consentano di applicare al meglio la metodologia Debate.  Ho cercato di ovviare sistemando i relatori gli uni di fronte agli altri, con i rispettivi gruppi alle spalle; con l’aiuto di un collaboratore scolastico ho dotato i relatori di due armadietti a  colonnina, a mo’ di scanno.
Nelle settimane di preparazione gli studenti si sono impegnati con serietà, rispettando quanto condiviso. Infine è giunto il giorno del Debate: gli studenti sono stati efficaci e convincenti.
LA VALUTAZIONE
In seguito ho chiesto agli studenti di valutare l’interesse e il gradimento dell’esperienza e di individuare insieme cosa valutare dell’esperienza:  il debate ha riscosso un buon successo, tanto che mi hanno chiesto di ripetere l’esperienza; sul “cosa” valutare ci siamo trovati d’accordo sui seguenti punti:
La ricerca e l’uso delle fonti
La capacità persuasiva
La padronanza dei contenuti
Il ribattere o intervenire con pertinenza
Il rispetto dei tempi
La partecipazione
Tutto ciò li ha resi capaci di autovalutarsi: alcuni hanno osservato di essere stati talvolta poco efficaci nell'uso delle fonti oppure non sempre pertinenti negli interventi, talvolta un po' ripetitivi nell’argomentazione; in qualche caso hanno rilevato delle improprietà lessicali nei loro interventi.
Mi sembra notevole e da sottolineare il fatto che, coinvolti nella valutazione, i ragazzi siano stati più obiettivi e sereni che nella valutazione tradizionale e che siano migliorati nella consapevolezza culturale.


Grazie a questa esperienza, di alcuni studenti ho colto tratti della personalità che prima mi erano sfuggiti; altri mi hanno stupito con la loro intraprendenza: alcune “ricercatrici” del gruppo Pro chirurgia estetica hanno perfino telefonato a un paio di chirurghi estetici fingendo di essere interessate a un intervento per verificare se fosse difficile per un minorenne accedere a interventi di questo tipo.


Sia per me che per la classe questa è  stata la prima esperienza di Debate: nel proporla  ho studiato, mi sono documentata, ho accettato quegli aspetti di incertezza e di rischio che ogni “cambiamento di paradigma” comporta ma, visti i risultati . . . posso dirmi  soddisfatta!
                                                                                                                                                       

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