In fila
alla cassa, la vedo vagare nelle corsie del minimarket, l’andirivieni assente
di un cappottino nero che ha conosciuto tempi migliori, i capelli raccolti in
uno smilzo codino bianco
che ondeggia con la stessa noncuranza del passo. La
seguo un po’ con lo sguardo, la mia curiosità per i miei simili inizia (e
finisce) in fila alle casse o nelle sale d’attesa. Oggi la fila è lunga, è venerdì pomeriggio, c’è già un bel po’ di gente, fra mimose, cuoricini dipinti e
qualche copia omaggio di Bambine ribelli.
“Maria! “Un ragazzone dall’aria simpatica è sbucato all’improvviso da dietro a una
piramide di acque minerali, quasi la
travolge .”Maria, da quanto tempo! …..“ Da quel che capisco sono stati a lungo
vicini di casa: lei lo saluta con tenerezza, ricorda commossa i tempi felici in
cui c’era ancora “la povera signora”, i giochi in cortile dei ragazzini;
s’informa col garbo d’una volta della famiglia,
dei bambini …. vanno a scuola? Come vola il tempo, sembra ieri !.....
“E
Claudio ?“ chiede lui. Claudio. A quel nome, solo il nome, lei piange. Claudio,
già. Lacrime pesanti, stavano lì chissà
da quanto, nessuno le vedeva eppure erano lì, in attesa solo di venir fuori ,
copiose, vere. Intravedo fra la gente la figuretta curva scossa da singhiozzi soffocati. Per
educazione, per abitudine, per destino. Lui è a disagio , certo non immaginava
quella reazione. Ma la conforta: sarebbe cambiato quel figlio suo, sì Claudio sarebbe cambiato … Testa, vita, …. tutto! Doveva avere fiducia, sperare … e
pazienza, tanta. E l’abbraccia, il
gigante delle minerali, oltre il carrello della spesa della settimana, fra la
gente che lancia occhiate incuriosite, subito distolte verso il banco dei pronti da cuocere o i tre per due.
Si
ricompone, Maria, accenna un sorriso,
sospira uno ”Speriamo” d’ordinanza. Ancora un saluto, una carezza sulle braccia: “Qualche volta ti verremo a trovare …” E
avanti, oltre, una mano al carrello, un’altra al cellulare.
Finalmente
è il mio turno. Alla cassa la sorella
bella di Belen sbuffa: ancora le sei! mentre Maria riprende la sua peregrinazione tra gli scaffali. Mi chiedo che forma avrà
mai il disegno dei suoi passi visto dall’alto: forse nuvole fiorite bellissime o un porto
accogliente, forse una croce.
Ho
dimenticato il latte d’avena, mannaggia …. Vorrei dirlo a miss universo ma già
le mani laccate rosso giungla d’asfalto
mi rendono la carta di credito. Dovrò ritornare , magari per un’altra
storia.
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