Un 8 marzo per Maria


In fila alla cassa, la vedo vagare nelle corsie del minimarket, l’andirivieni assente di un cappottino nero che ha conosciuto tempi migliori, i capelli raccolti in uno smilzo codino bianco
che ondeggia con la stessa noncuranza del passo. La seguo un po’ con lo sguardo, la mia curiosità per i miei simili inizia (e finisce) in fila alle casse o nelle sale d’attesa. Oggi la fila è lunga, è  venerdì pomeriggio,  c’è già un bel  po’ di gente, fra mimose, cuoricini dipinti e qualche copia omaggio di Bambine ribelli.

“Maria! “Un ragazzone dall’aria simpatica è sbucato all’improvviso da dietro a una piramide di acque minerali,  quasi la travolge .”Maria, da quanto tempo! …..“ Da quel che capisco sono stati a lungo vicini di casa: lei lo saluta con tenerezza, ricorda commossa i tempi felici in cui c’era ancora “la povera signora”, i giochi in cortile dei ragazzini; s’informa col garbo d’una volta della famiglia,  dei bambini …. vanno a scuola? Come vola il tempo, sembra ieri !.....
“E Claudio ?“ chiede lui. Claudio. A quel nome, solo il nome, lei piange. Claudio, già. Lacrime pesanti, stavano  lì chissà da quanto, nessuno le vedeva eppure erano lì, in attesa solo di venir fuori , copiose, vere. Intravedo fra la gente la figuretta  curva scossa da singhiozzi soffocati. Per educazione, per abitudine, per destino. Lui è a disagio , certo non immaginava quella reazione. Ma la conforta: sarebbe cambiato quel figlio suo, sì  Claudio sarebbe cambiato … Testa, vita, ….  tutto! Doveva avere fiducia, sperare … e pazienza, tanta. E  l’abbraccia, il gigante delle minerali, oltre il carrello della spesa della settimana, fra la gente che lancia occhiate incuriosite, subito distolte verso il banco dei pronti da cuocere o i tre per due.
Si ricompone, Maria, accenna un sorriso, sospira uno ”Speriamo” d’ordinanza. Ancora un saluto, una carezza sulle braccia:  “Qualche volta ti verremo a trovare …” E avanti, oltre, una mano al carrello, un’altra al cellulare.

Finalmente è  il mio turno. Alla cassa la sorella bella di Belen sbuffa: ancora le sei! mentre Maria riprende la sua peregrinazione  tra gli scaffali. Mi chiedo che forma avrà mai il disegno dei suoi passi visto dall’alto: forse  nuvole fiorite bellissime o un porto accogliente, forse una croce.
Ho dimenticato il latte d’avena, mannaggia …. Vorrei dirlo a miss universo ma già le mani laccate rosso giungla d’asfalto  mi rendono la carta di credito. Dovrò ritornare , magari per un’altra storia.

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