PASSAGGI
Cos'è l'inferno? Per molti è fiamma di
tormenti senza fine, per altri il
groviglio dei rovi indicibili nei loro
cuori.
Per me l'inferno è acqua, tanta acqua.
E' una notte nera e liquida d'inchiostro, fredda come la
morte.
E' la violenza delle onde, le grida
disperate di chi non vuol soccombere, coperte dall'urlo del mare. E' vedere i
tuoi compagni senza nome, senza storia, galleggiare vinti intorno a te
E' lottare contro un mostro liquido che
ti batte, ti entra dappertutto, ti violenta.
E' un rombo che squassa anima e cervello.
E' la terraferma beffarda, così vicina,
così lontana. Irraggiungibile.
Io ho resistito, l'ho fatto per lui. Ma
non troppo a lungo, appena per vederlo, strappato a me, allontanarsi leggero,
come un fiore su una dolce corrente.
Quando l'ho avuto per la prima volta fra
le braccia mi sembrò che tutta la mia
vita fino ad allora fosse stata solo una lunga preparazione a quel momento. Ma
mi ingannavo: ora so che tutta la vita,
la mia e quella dell'intero universo, convergevano in quel punto, in quel
vederlo andare, lontano da me, senza di me, verso la salvezza.
L'acqua ama chi le somiglia: chi è pesante -di vita, bisogni,
paure- lo rigetta con forza.
Ma chi è lieve, nato al gioco e al
capriccio, lo risparmia.
Non ha fatto resistenza, il mio bambino.
Si è affidato incosciente e il mare, per fluida affinità, l'ha portato in
salvo, a mani amorevoli, volti amici.
L'acqua continua a sfinirmi, senza sosta,
ma io non l'avverto più e non sarà per sempre: non le appartengo, come non
appartenevo alla terra, a nessuna terra: neppure una zolla, per quanto è grande
il mondo, mi è stata madre o approdo.
Ora sono in viaggio verso l'Etere purissimo,
felice di aver dato alla Vita il mio dono più bello.
Lo scatto, premiato al Festival della Fotografia Etica, è di Bente Marei Stachowske |
Mi
è tornato in mente ieri, vedendo sui social la bellissima foto della bambina messa
in salvo, con la madre e altre persone, dalla nave Sea Eye.
Lei
ce l’ha fatta, per fortuna, e sorride felice. Questo sorriso ribalta l’opinione
comune sui migranti, racconta senza saperlo una storia diversa: di speranza,
tenerezza, felicità.
Forse
le migrazioni farebbero meno paura se cominciassimo a raccontarcele con altre parole,
da punti di vista diversi.
Ho
accostato la foto al mio testo perché le sento in sottile affinità. Anche la madre
migrante di Passaggi rovescia un luogo comune, quello che i migranti siano
capaci solo di chiedere, prendere o togliere ad altri: in un mondo che l’ha
sempre respinta, lei è invece capace di dare una risposta d’amore. Ed è proprio
la forza dell' amore, nel corpo a corpo fra vita e morte, a non permettere che la morte l’abbia
vinta.
Commenti
Nel leggerlo ne vivo la rappresentazione mentale ed emozionale. Grazie Nora
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